Il T – 12 gennaio 2024

In trentamila senza assegno unico

Scontro Spinelli-sindacati
I sindacati, invece, criticano la giunta provinciale per aver scelto, ancora una volta, di legare l’assegno unico provinciale (Aup) allo strumento nazionale di sostegno al reddito. Piazza Dante ha infatti deciso che l’Aup — così come stabilito per il reddito di cittadinanza — andrà a integrare il reddito dell’assegno di inclusione: in pratica, se una persona ha diritto a 100, ma lo Stato le dà già 70, la Provincia le eroga 30.
Con il reddito di cittadinanza il risparmio per la Provincia si attestava a circa 10 milioni di euro annui, mentre con l’assegno di inclusione sarà di circa 5 milioni. «Crediamo che sia la strada meno opportuna. Non solo nell’immediato perché mette in difficoltà cittadini e famiglie che già vivono una situazione di fragilità e per questi anche la sospensione breve potrebbe essere problematica, ma in prospettiva — sostengono i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti — Sarebbe, infatti, più efficace e funzionale gestire la misura di contrasto alla povertà a livello provinciale, sganciandosi dal piano nazionale. Tornando dunque al vecchio sistema dell’assegno unico provinciale, pre reddito di cittadinanza. Il Trentino — aggiungono — dovrebbe seguire la strada dell’Alto Adige che ha scelto di gestire in maniera del tutto autonoma la misura di sostegno alla povertà. È indubbio che questo comporta un costo maggiore per le casse di Piazza Dante, ma dà margini ampi per calibrare la misura e soprattutto consentirebbe al Trentino di rafforzare le condizionalità, così da incentivare l’uscita dalla condizione di marginalità non solo economica ma anche sociale».
Secca la controrisposta di Spinelli. «In un momento difficile per le casse pubbliche credo che non possiamo rinunciare a 5 milioni. Non possiamo sempre fare i primi della classe — controbatte l’assessore — Utilizziamo le risorse che abbiamo con criterio».

 

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