Corriere del Trentino, Il T – 21 febbraio 2024

Itea. Federcasa, rinnovo contratto. Sindacati: «Così non va bene»

Un aumento di poco più del 5% sul contratto, ma non per tutti e non subito: è questa la proposta di rinnovo, ritenuta «inaccettabile» dai lavoratori Federcasa e che ha creato dissenso tra i più. Per manifestarlo, ieri mattina davanti alla sede Itea a Trento, una trentina di lavoratori Federcasa hanno aderito al presidio organizzato dalle firme sindacali Fp Cgil, Fp Cisl e Uil Fpl del pubblico impiego Trentino, che hanno aderito allo sciopero nazionale. «Più contratto sì, ma non così», hanno affermato i segretari provinciali Cgil Fp Alberto Bellini, Cisl Fp Maurizio Speziali e Uil Fpl Andrea Bassetti ricordando che: «Il diritto alla casa è una cosa seria, nella consapevolezza che le lavoratrici e i lavoratori inseriti nell’edilizia residenziale pubblica concorrano, attraverso la loro professionalità, a garantire ogni giorno politiche residenziali capaci di rispondere alla crescente emergenza abitativa in Italia». Lavoratori e sindacati rimarcano sul fatto che un servizio di qualità va di pari passo con un lavoratore che vede valorizzato ciò che fa quotidianamente. E questo, ieri, è stato ribadito in molte piazze italiane, insieme alla richiesta di un rinnovo contrattuale 2022- 2024 soprattutto dignitoso, che tuteli i salari anche erosi dell’elevato impatto inflattivo subito in questi anni. Quello che appare chiaro a sindacati e lavoratori è che le proposte per un 5,2% di aumento totale del contratto Federcasa non possono garantire risposte adeguate alle migliaia di persone coinvolte e che la discussione tra le parti potrà ripartire solo se c’è l’intenzione di alzare la percentuale, oltre che riconoscere gli arretrati in formula adeguata rispetto all’attesa per il rinnovo. «Il contratto è scaduto nel 2018, ci sono state delle trattative per il rinnovo e l’offerta per questo è obiettivamente fuori dal mondo — spiega Bellini — e stanno offrendo un aumento del 5,2% e non sarà tutto sul tabellare, quindi non sarà per tutti. È un 5% medio ed è chiaramente una perdita secca rispetto a un costo della vita che solamente negli ultimi due anni e mezzo è esploso, arrivando al 16%. Si tratta di un contratto già abbastanza povero, in Trentino lo è ancora di più, perché il contesto dei prezzi è diverso rispetto ad altre zone d’Italia, è più alto». C’è poi da considerare che in Trentino, rispetto alle altre province d’Italia, c’è una situazione che divide ancora di più. Nello stesso ambiente, in Itea, ci sono ottantasette persone assunte con contratto Federcasa e una sessantina con quello provinciale. «Ci si ritrova così nella situazione in cui persone che fanno lo stesso lavoro, hanno contratti, stipendi e diritti diversi — prosegue Bellini — e questo complica maledettamente le cose. L’adesione a questo sciopero, considerando che il Trentino non è una terra che aderisce in massa, si era preannunciata estremamente elevata».

 

 

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