1 marzo 2017 – Corriere del Trentino

Voucher, in Trentino crescita che sfiora il 30%

Nel 2016 superano i due milioni. Alotti: «Tetto annuo dei compensi sotto i 5000 euro»

Nell’anno 2016 i voucher staccati in provincia di Trento sono cresciuti del 30%. Si passa da quota 1,59 milioni a fine 2015 al valore a fine 2016 di 2,062 milioni. Ieri la Uil nazionale ha reso noti i dati del fenomeno, che sarà oggetto del referendum abrogativo per cui l’altro ieri era a Trento il segretario nazionale della Fiom Cgil Maurizio Landini.

In regione nel 2016 si sono contati 5,57 milioni di voucher staccati, per un incremento del 20,7%. Trento con 2,06 milioni di tagliandi è al 19esimo posto in Italia, mentre Bolzano è al sesto, con 3,51 milioni.

Il quarto rapporto della Uil dice che nel 2016, secondo i dati Inps, in Italia ci sono oltre 134 milioni di voucher venduti, in aumento del 24,1% sul 2015 per una stima di oltre 1,6 milioni di persone coinvolte (nel 2015 sono state più di 1,3 milioni).

«Il Trentino è la diciannovesima provincia (su 110) come dato assoluto, ma se rapportata agli abitanti, sale ulteriormente nella graduatoria arrivando ai primi posti — dice il segretario Walter Alotti —. I settori che, anche da noi, più utilizzano i voucher sono, in ordine di grandezza: turismo, servizi, commercio, manifestazioni sportive e culturali, giardinaggio e pulizia, agricoltura e lavori domestici».

«Anno dopo anno — continua — a partire dal 2008, quando ci fu la prima reale applicazione di questo strumento, i voucher sono aumentati in forza delle numerose modifiche legislative che ne hanno ampliato sempre di più il campo di applicazione sia soggettivo che oggettivo, fino a farlo divenire uno strumento utilizzabile in qualunque status occupazionale e per qualsiasi settore di attività». Il segretario Uil punta il dito ad esempio su commercio, servizi e turismo, «settori dove proprio lo strumento della contrattazione collettiva garantisce al lavoratore subordinato una ricca gamma di tutele e diritti, ma anche flessibilità con il lavoro a tempo determinato e stagionale. Sempre più spesso, purtroppo, il lavoro retribuito con i voucher viene quindi utilizzato come “sostituto” del contratto subordinato».

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