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UIL FPL EE. LL.: «Apprendiamo con stupore che in un momento di difficoltà finanziaria accusato dalle APSP, le stesse potrebbero aderire ad una trasferta formativa verso il Nord Europa organizzata da UPIPA, con invito a Presidenti, Consiglieri e Direttori di struttura, per analizzare l’organizzazione all’interno delle stesse realtà sociali e socio-sanitarie del territorio Danese, il tutto pagato da risorse degli enti»
“Apprendiamo con stupore che in un momento di difficoltà finanziaria accusato dalle APSP, le stesse potrebbero aderire ad una trasferta formativa verso il Nord Europa organizzata da UPIPA, con invito a Presidenti, Consiglieri e Direttori di struttura, per analizzare l’organizzazione all’interno delle stesse realtà sociali e socio-sanitarie del territorio Danese, il tutto pagato da risorse degli enti”. Queste le parole del Segretario Generale Provinciale UIL FPL EE. LL. Andrea Bassetti.
Come UIL FPL EE.LL. apprezziamo da sempre la formazione sul campo di qualsiasi figura, non di meno quella politica chiamata a garantire risposte alle criticità, ma in questo caso Presidenti e Consiglieri delle APSP dovrebbero opportunamente pensare ad ottimizzare le ricadute sul campo, ancora di più se le risorse necessarie ricaricate su chi paga il servizio.
Ci auguriamo che quanto organizzato, possa essere ristretto ad un paio di rappresentanti di struttura, magari includendo chi eroga sul campo l’assistenza, come infermieri e OSS, senza inutili “allargamenti” anche a componenti dei Consigli d’Amministrazione delle APSP, nell’ottica di un segnale di risparmio, in contestuale giustificato e necessario studio di sistemi assistenziali del nord Europa da sempre all’avanguardia.
In un momento in cui gli aumentati costi dei servizi sanitari ed assistenziali, hanno richiesto sacrifici a chi sta pagando una retta in RSA, ci aspettiamo che tali risorse vengano reimpiegate per potenziare l’organizzazione interna del lavoro, con ricadute dirette su chi beneficia dell’assistenza erogata da tutto il personale impiegato.
Il nuovo anno ci vedrà seduti al tavolo per la finalizzazione della trattativa economica, oltre alla riscrittura di quella normo giuridica del CCPL 2022/2024. Le aspettative del personale, anche per alcuni istituti sono alte e necessario focalizzare le risorse per dare credibilità ad un sistema che attragga nuovi professionisti, imparando sicuramente da chi, come nel Nord Europa, da sempre ha come obiettivo primario la valorizzazione del lavoro, attraverso investimenti strutturali su chi eroga servizi essenziali per la società.
Segretario Generale Provinciale
UIL FPL EE.LL.
Andrea Bassetti
Scarica il pdf: COMUNICATO STAMPA UIL FPL EE.LL. – 07.01.2024

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Natalità. Sostegni strutturali ai genitori, lavoro stabile per i giovani e politiche di integrazione Cgil Cisl Uil: siamo di fronte ad un problema di lungo termine e non bastano i bonus. Oggi la Provincia fa cassa sulle famiglie. Si affronti senza ideologia il tema dell’accoglienza dei migranti
La brusca frenata della nascite in Trentino preoccupa anche i sindacati, ma i dati non sono una sorpresa. Si tratta, infatti un problema non nuovo, visto che la riduzione del numero di nuovi nati va avanti da dieci anni. E la situazione è destinata a non migliorare perché non calano solo i bambini, ma si riducono anche le donne in età fertile. Tra il 2013 e il 2023 le donne con un’età compresa tra 25 e 40 anni sono calate del 12% e la tendenza accelererà ulteriormente visto che le bambine e le ragazze tra 0-15 anni, le mamme di domani, si sono ridotte ulteriormente di quasi il 9% rispetto a dieci anni fa. “Siamo di fronte ad un problema strutturale per il quale non esistono risposte semplici né soluzioni immediate. Per questa ragione continuiamo a sostenere che i bonus non sono né saranno in futuro la soluzione”, dicono i tre segretari generali di Cgil Cisl Ui, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti. “Sicuramente esiste un problema legato ai redditi e alla precarietà lavorativa. Se il lavoro di giovani e donne è poco pagato e non stabile è difficile che questi mettano su famiglia. Dunque riteniamo positivo che il presidente Fugatti individui, come chiediamo da tempo, questi tra gli assi strategici su cui agire per affrontare il problema. Ci aspettiamo, però, che si avvi presto il confronto per giungere ad interventi condivisi”. Le tre sigle proprio su questi temi hanno chiesto di avviare un confronto il 13 dicembre scorso appena insediata la giunta dopo settimane di fibrillazione politica. “Non c’è tempo da perdere. Auspichiamo di ricevere una convocazione nel più breve tempo possibile, se realmente si vuol fare seguire alle parole i fatti”, insistono, ricordando che intanto Piazza Dante si è limitata a confermare i bonus e a non fare nulla sul fronte dei redditi, dal momento che l’assegno unico non è stato indicizzato all’inflazione con il paradosso che Piazza Dante sulle spese per le famiglie registrerà qualche risparmio grazie al combinato disposto tra meno nascite e dunque meno bonus da una parte, e meno famiglie che ricevono l’assegno come conseguenza di un aumento dei valori Icef a fronte di incrementi di reddito solo nominali.
In ogni caso questo è solo una parte del problema. La questione natalità, secondo i sindacati, non può essere affrontata disgiuntamente dalla gestione dei flussi migratori. “Gli stranieri, come è già stato in passato, sono indispensabili per contribuire all’aumento del numero di figli, così come sono necessari per rispondere ai bisogni del nostro mercato del lavoro. Di conseguenza bisogna avere il coraggio di guardare la questione con realismo, lasciando da parte ogni ideologia o ragionamento di convenienza politica. Gli stranieri vanno accolti e integrati. E’ inconcepibile e miope tenere ammassati, peraltro in pochissime strutture, giovani immigrati senza insegnare loro l’italiano, senza inserirli nel mercato del lavoro, senza integrarli come domandano anche le imprese. Gli episodi di violenza a cui abbiamo assistito anche recentemente sono frutto anche di queste scelte scellerate, di cui paga le conseguenze l’intera collettività e la stragrande maggioranza dei cittadini stranieri onesti. Troppo facile dire che è un problema che va gestito a livello nazionale”, concludono.



“UOMINI CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE: UN APPELLO ALL’AZIONE”
In Italia, ogni tre giorni un uomo uccide una donna con cui ha un legame familiare e/o affettivo.
Nella grande maggioranza dei casi, l’uomo è o è stato partner della donna e la uccide per impedire che quest’ultima eserciti la propria libertà (di lasciarlo, di realizzarsi, di condurre una vita autonoma). Questo tipo di omicidio è così diffuso e si ripete così uguale se stesso che è stato definito con un neologismo: femminicidio.
I femminicidi sono la punta di un enorme iceberg: una donna su tre ha subito nel corso della sua vita almeno un aFo di violenza fisica o sessuale, quasi una su due violenza psicologica o economica (Istat, Indagine sulla sicurezza delle donne, 2014), e gli attori della violenza sono sempre uomini, tantissimi uomini. Il problema della violenza sulle donne è quindi prima di tutto un problema degli uomini.
Purtroppo, questo problema è figlio di una cultura patriarcale alimentata – nella nostra società – da ancora troppi uomini, fondata su un’arcaica nozione di superiorità e di possesso dell’uomo sulla donna che si riflette nella ancora diffusa dominazione maschile nei ruoli di potere, all’interno delle famiglie e nell’immaginario collettivo, dove le donne sono rappresentate troppo spesso come oggetto del desiderio maschile.
Siamo in molti uomini a rigettare questa cultura e a sostenere invece una concezione paritaria della relazione donna-uomo, fondata sul rispetto e la valorizzazione reciproca. Siamo però consapevoli che fino ad oggi a questa posizione abbiamo fatto seguire raramente un’adeguata reazione e crediamo che questa diffusa omertà maschile sia stata spesso garanzia di impunità per gli uomini violenti.
È quindi ora di agire, di urlare pubblicamente che la discriminazione e la violenza di genere sono un fenomeno da sradicare perché mina le radici stesse della nostra comunità. Ci assumiamo quindi la responsabilità di contrastarlo, in alleanza con le donne, con tutti i mezzi a nostra disposizione. Proprio per rendere la nostra posizione più visibile, chiara e riconoscibile, questo appello è proposto da soli uomini.
Cosa possiamo fare? Prima di tutto, chiediamo agli uomini di prendere consapevolezza del problema in tutti i suoi aspetti, ascoltando le esperienze delle donne, la loro prospettiva e le loro fortissime richieste di cambiamento. A partire da questa consapevolezza, chiediamo di contrastare la discriminazione di genere e di promuovere la parità di genere in tutti gli ambiti che frequentiamo quotidianamente, nei luoghi di lavoro e di potere, nei nostri rapporti sociali e all’interno delle nostre stesse famiglie.
Infine, per affrontare il problema con un’azione concreta e immediata sul nostro territorio, ci appelliamo alla Provincia di Trento con una richiesta specifica riguardante l’educazione.
Al fine di “prevenire e combattere la violenza contro le donne”, il Consiglio d’Europa individua il ruolo centrale del sistema educativo, raccomandando di inserire nei programmi scolastici argomenti quali la parità tra donne e uomini, il contrasto agli stereotipi di genere e la risoluzione pacifica dei conflitti interpersonali (Convenzione di Istanbul del Consiglio Europeo, Art. 14, 2011). Nello stesso spirito, qualche anno fa, la Provincia di Trento si è fatta promotrice di una sperimentazione esemplare e all’avanguardia, nata da una collaborazione con l’IPRASE e con il Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell’Università di Trento: i “percorsi di educazione alla relazione di genere”, finalizzata a smontare gli stereotipi di genere per costruire in maniera autentica e positiva la relazione con l’altro genere. Questo progetto, diventato rapidamente un modello a livello nazionale, è stato sospeso indefinitamente nel 2018 dalla Giunta Provinciale eletta poche settimane prima.
Il nostro appello è quindi il seguente: come azione concreta per contrastare la violenza sulle donne, chiediamo alla Provincia di Trento che vengano riattvati al più presto i percorsi di educazione alla relazione di genere e promossi capillarmente in tutte le scuole sul territorio provinciale, nella prospettiva di renderli strutturali.
CONTATTI: uominicontroviolenzagenere@gmail.com
Scarica il pdf: Uomini contro la violenza di genere

UILM del Trentino: «Rinnovato il Ccnl Artigiani/ Area mecccanica 2023/2026»
Trento 028/12/2023
Comunicato Stampa UILM del Trentino: Rinnovato il Ccnl Artigiani/ Area mecccanica 2023/2026.
Il 21 dicembre 2023 è stata raggiunta una prima importante intesa per il rinnovo della parte economica del Ccnl Area Meccanica per i lavoratori dipendenti delle aziende artigiane dei settori Metalmeccanica, Installazione di Impianti, Autoriparazione, Orafi, Argentieri, Affini, e delle aziende del Settore Odontotecnica e delle imprese del Restauro Artistico di Beni Culturali.
Il Contratto interessa oltre 500.000 lavoratori, dei quali oltre 10.000 in Trentino.
Su richiesta di Fim-Fiom-Uilm, vista la pesante situazione di perdita di potere di acquisto dei salari si è convenuto con le controparti datoriali di dare una prima significativa risposta a favore dei lavoratori, in linea con l’andamento Ipca, in attesa di proseguire il negoziato anche su altre richieste della parte normativa del Ccnl contenute nella piattaforma rivendicativa presentata a giugno 2023.
Viene stabilita l’erogazione di un Acconto su Futuri Aumenti Contrattuali (AFAC), a regime pari a 96 euro al 4° livello di inquadramento che sarà corrisposto in due tranches : 50 euro dal 1° dicembre 2023 e 46 euro dal 1° aprile 2024.
Va ricordato che in Trentino i lavoratori del Settore possono contare anche sul Contratto Collettivo Provinciale Area Meccanica rinnovato dalle Associazioni di categoria e dalle tre sigle Provinciali Fim- Fiom- e Uilm il 13 Febbraio 2023, che oltre al miglioramento di alcuni istituti quali trattamento economico carenza malattia operai e permessi aggiunti, prevede due tranches di incremento dell’ Indennità Provinciale prevista oltre i minimi contrattuali del Ccnl nazionale. La prima di 15 euro erogata il 1 febbraio 2023 , la seconda di 20 euro dal 1 gennaio 2024.
Pertanto non essedo l’indennità Provinciale assorbibile dalla Contrattazione Nazionale i lavoratori del settore della Provincia di Trento oltre ai 15 euro ricevuti a febbraio 2023 riceveranno i 50 euro previsti a Dicembre per il Ccnl, altri 20 euro a gennaio 2024 ed altri 46 euro ad aprile 2024 per un totale di 131 euro di aumento.
E’ un passo in avanti ma non è ancora sufficiente a recuperare l’inflazione degli ultimi due anni e quella che ancora morde il carrello della spesa. A livello locale accogliamo comunque con favore l’impegno del Presidente Fugatti di mettere al primo posto delle emergenze la questione salariale e quindi la sensibilizzazione delle Associazioni di categoria per ulteriori adeguamenti economici e magari una più favorevole applicazione dell’addizionale Irpef per i contribuenti trentini.
In questo senso un’ottima occasione potrebbe essere proprio il rinnovo del Contratto Provinciale di categoria in scadenza al 31.12.2024 ed una modifica della manovra di Bilancio Pat 2024.
Il Segretario Provinciale Uilm del Trentino
Moser Willj
Scarica i pdf:
20231221 CCNL Artigiani meccanici primo risultato
20231221 CCNL Area eccamoca accordo economico

Alotti: «La forza della finanza e del capitale crea una contraddizione fra le belle parole dell’arcivescovo Tisi e l’azione di ISA, la società finanziaria della Curia Trentina.»
In gran parte condivisibili e sottoscrivibili le affermazioni e le osservazioni di don Tisi nell’omelia della messa di Natale in Duomo a Trento e nella bella intervista rilasciata al quotidiano il T nell’imminenza della festività.
Osservazioni sulle priorità attuali della società universale e locale ed indicazioni pastorali che però, a nostro modesto parere, vanno in qualche modo in contraddizione col recente operato del braccio finanziario della Curia trentina, come gli investimenti nel mattone a Brooklyn o a alla “La Torriani “ a Milano.
Non è la prima volta che la finanziaria della Curia trentina investe nell’immobiliare speculativo, ricordiamo la non fortunatissima vicenda “Albere”, per esempio, ed in ambito istituzionale religioso è recentissima la brutta vicenda romana del cardinale Becciu riguardo ad un investimento immobiliare milionario a Londra, utilizzando le risorse del Vaticano.
Per risolvere quindi l’evidente contraddizione tra le belle parole dell’arcivescovo Tisi e l’azione di Isa sarebbe più coerente forse investire, assieme agli altri gruppi finanziari trentini coinvolti in quelle operazioni, in un nuovo piano di housing sociale in Trentino, visto che attendiamo dal 2018 l’attivazione di una nuova iniziativa immobiliare pubblico – privata per realizzare alloggi a canone moderato in Trentino, ma né la Provincia Autonoma, né altre società finanziarie come Isa o SGR si propongono per avviarla.
Certamente il vescovo di Trento, che ha ben presente la crisi abitativa nella nostra provincia e ne ha parlato anche in queste ultime uscite pubbliche e religiose, dovrebbe convenire quindi sull’opportunità di investire piuttosto in un piano immobiliare istituzionale territoriale. E magari trovare un modo per mettere anche a disposizione dei trentini o delle istituzioni pubbliche, a costi ragionevoli, l’ingente patrimonio abitativo ed immobiliare posseduto ed in parte nemmeno valorizzato, per ammissione dei suoi stessi amministratori in diverse occasioni di presentazione di bilancio della Curia.
Lungi dal sindacato esprimere giudizi o intromettersi nelle scelte di una società finanziaria comunque privata, ci permettiamo solo evidenziare al socio di riferimento possibili linee alternative di indirizzo degli investimenti, forse più aderenti e coerenti con le affermazioni ed azioni già espresse dalla stessa guida della comunità cattolica trentina.
Walter Alotti
Segretario Generale
UIL del Trentino
Scarica il pdf: Vescovo Tisi – investimenti immobiliare USA di ISA def (1)