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Assegno unico Inps. Buona la risposta delle famiglie anche in Trentino. Per Cgil Cisl Uil ora bisogna agire sul rafforzamento del welfare per le famiglie, a partire dall’adeguamento strutturale dell’assegno provinciale al costo della vita. Per la natalità servono servizi, non lotterie
“Il dato Inps sulle domande di assegno unico universale presentate in Trentino a giugno è in linea con le aspettative e testimonia la buona risposta delle famiglie al nuovo strumento di sostegno a favore dei nuclei con figli fino a 21 anni. Sicuramente durante l’anno le domande cresceranno ulteriormente, superando i 55mila nuclei coperti dalla misura statale. Ora è tempo di rafforzare i sostegni alla natalità con politiche maggiormente integrate tra gli interventi Inps e quelli provinciali”.
I segretari generali di Cgil Cisl Uil commentano così i dati pubblicati oggi dall’Inps sulle domande di Assegno unico universale, la nuova misura statale che ha di fatto messo in naftalina detrazioni per i figli minori e assegno al nucleo familiare e rilanciano sul fronte provinciale chiedendo nuovi investimenti sulle famiglie.
“In primo luogo – incalzano Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti – va mutuato, a partire dal prossimo anno, il meccanismo di indicizzazione al costo della vita. L’assegno unico provinciale non prevede lo stesso automatismo e con l’inflazione che sfiora il 10% senza un adeguamento strutturale il valore reale dei sostegni provinciale si riduce drasticamente”.
Per i sindacati poi bisogna investire di più sui servizi educativi e di conciliazione. “La Provincia di Trento ha già oggi un buon livello di copertura di posti negli asili nido. Ma si può fare molto di più. L’obiettivo dovrebbe essere quello di garantire un posto nei nidi ad almeno il 60% dei bambini in ogni territorio della provincia”.
Ora però la Provincia deve battere un colpo. “Non si possono fare le politiche per la famiglia sotto forma di lotteria come è accaduto per il nuovo sostegno alle giovani coppie. Servono interventi strutturali e universali. Alla Giunta Fugatti abbiamo avanzato una serie di proposte. Ma finora nessuna di queste è stata né discussa, né accolta”.
4 agosto 2022

Casa, basta immobilismo. Servono più alloggi e maggiore velocità nelle assegnazioni.
Cgil Cisl Uil: i numeri delle abitazioni Itea sfitte pesano come macigni sulle famiglie più bisognose. E’ una situazione che va avanti da anni e intanto alle promesse non sono seguiti i fatti
“Tenere fermi 1.215 alloggi Itea, il 10% circa del patrimonio edilizio della Spa, mentre le famiglie faticano a sostenere i costi di un’abitazione e restano in lista d’attesa per anni è sconcertante. Ed è grave che questa situazione non sia dovuta all’oggi, ma vada avanti da tempo. Abbiamo ripetutamente sollecitato la Provincia a mettere in campo politiche abitative che vadano incontro ai bisogni della comunità. Così come chiediamo ad Itea di accelerare sulle procedure di ripristino e messa a disposizione degli alloggi di risulta. Su entrambi i fronti, nulla o pochissimo si è mosso”. Usano parole dure i segretari di Cgil Cisl Uil, Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti nel commentare i dati forniti dall’assessora Stefania Segnana. Numeri che confermano un trend che va avanti da tempo, come sottolineano i sindacalisti. “Nel 2020, ultimo dato che abbiamo a disposizione sul bilancio sociale, Itea ha assegnato solo 242 alloggi. E’ il dato più basso dal 2007. Ad oggi viene soddisfatto meno del 10% delle richieste in graduatoria”.
Una situazione che si inserisce in un quadro complesso per le famiglie trentine che, a causa prima della crisi Covid, oggi del carovita, della ripresa degli sfratti e dei costi sopra la media degli alloggi in provincia, fanno fatica a trovare sul libero mercato un’abitazione. “Proprio per questa ragione continuiamo a chiedere, totalmente inascoltati dall’assessora, l’attivazione dell’Osservatorio provinciale sulla casa – insistono Faggioni, Bezzi e Alotti -. Sarebbe un primo importante passo per monitorare le dinamiche abitative e mettere in atto soluzioni condivise. Mancano alloggi e mancano, in molti comuni, anche soluzioni per fronteggiare le emergenze abitative. Servirebbe una seria assunzione di responsabilità di Itea e delle istituzioni, Provincia, comunità di valle e comuni. Invece spesso su questo tema ci si scarica le responsabilità a vicenda e non si agisce”.
Una prima risposta potrebbe essere l’attivazione in Trentino del fondo per la morosità incolpevole che esiste nel resto d’Italia e che potrebbe dare una boccata d’ossigeno a quelle famiglie che per situazioni indipendenti dalla loro volontà non riescono più a sostenere il costo di un affitto.
Va ampliato il numero di alloggi accelerando sulle ristrutturazioni, ma anche valorizzando il patrimonio edilizio trentino che oggi è inutilizzato e potrebbe essere riconvertito aumentando il numero di nuove case pubbliche. “Anche in quest’ultimo assestamento di bilancio sul tema casa non è stato fatto nessun passo avanti. La Giunta ha preferito affrontare la questione alloggi solo sul piano demagogico inserendo i 10 anni di residenza e andandosi a scontrare contro la Corte costituzionale. Di fatti nessuno”, concludono.
Trento, 4 agosto 2022


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