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Turismo, entro fine mese l’avvio del tavolo sul contratto provinciale.
Lo prevede il documento d’intenti siglato oggi tra sindacati, associazioni imprenditoriali e Pat. Nell’accordo anche più formazione, allungamento degli ammortizzatori sociali e della stagionalità
Siglato anche il protocollo con Agenzia del Lavoro per favorire l’incontro tra domanda e offerta
Entro il 29 febbraio si avvierà il tavolo per arrivare alla condivisione di un contratto provinciale per i lavoratori del comparto turistico. E’ questo uno dei punti centrali del documento di intenti siglato questo pomeriggio tra le organizzazioni sindacali, Cgil Cisl Uil insieme alla categorie Filcams, Fisascat e Uiltucs, associazioni datoriali, Confcommercio, Associazione Albergatori e Confesercenti, e gli assessorati al Lavoro e al Turismo.
“Un obiettivo ambizioso visto che non si è mai riusciti a sottoscrivere un accordo integrativo provinciale per i lavoratori e le lavoratrici di questo settore – commentano i tre segretari confederali Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti con i segretari delle categorie Paola Bassetti, Lamberto Avanzo e Walter Largher – e che rappresenta un passo importante nella direzione di una maggiore qualità del lavoro. Non dimentichiamo che in Trentino gli addetti percepiscono in media retribuzioni più basse del 15 per cento rispetto ai colleghi dell’Alto Adige. Il contratto provinciale sarà uno strumento per dare risposte sul piano delle retribuzioni e contribuirà, insieme ad altri fattori chiave quali la formazione e all’allugamento degli ammortizzatori sociali, a rendere più attrattivo il settore e a qualificare l’offerta turistica in generale”.
Oltre al contratto provinciale, infatti, il documento fissa una serie di impegni sul piano del miglioramento e potenziamento della formazione professionale, anche attraverso percorsi di riqualificazione e apprendimento permanente. Altra questione centrale per garantire una maggiore continuità di reddito è l’allungamento dei periodi di Naspi per i lavoratori stagionali attraverso il Fondo di Solidarietà del Trentino.
Allo stesso tempo il documento individua tra le priorità anche l’allungamento delle stagioni turistiche, per favorire la qualificazione del settore e la durata dei rapporti di lavoro.
Il testo fa proprio infine l’accordo siglato, sempre questo pomeriggio, tra sindacati, rappresentanti delle imprese, enti bilaterali ed Agenzia del Lavoro sull’incontro tra domanda e offerta, dando risposte alla difficoltà di reperire personale per strutture ricettive, servizi turistici e per la ristorazione. Il protocollo d’intesa, valorizzando l’azione dei centri per l’impiego, punta a promuovere e diffondere le occasioni di lavoro offerte dal settore turistico e i percorsi formativi e di orientamento in modo capillare promuovendole tra i disoccupati, i lavoratori stagionali e le persone in cerca di occupazione. Anche in questo caso l’attenzione delle organizzazioni sindacali è puntata sulla qualità dell’occupazione e dei rapporti di lavoro. “Il Protocollo prevede l’attivazione di un tavolo permanente di monitoraggio e alla valutazione degli interventi per favorire e rendere più efficace l’incontro tra domanda e offerta. L’intento resta sempre quello di migliorare la qualità del lavoro nel settore”.
Sullo sfondo la consapevolezza che il turismo rappresenta un asse strategico fondamentale per lo sviluppo economico trentino, in particolare per quei territori più periferici che possono però trovare nello sviluppo di un’offerta turistica fortemente legata alle caratteristiche dei loro territorio un’occasione di sviluppo economico e crescita dell’occupazione.
Trento, 20 febbraio 2020
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Rischio infiltrazioni mafiose, serve massima attenzione.
Cgil Cisl Uil: esprimono apprezzamento per il lavoro del questore Garramone e rilanciano la necessità di fare fronte comune per evitare l’attecchire di fenomeni di malavita organizzata
“In Trentino ci sono segnali preoccupanti riguardo il rischio di infiltrazioni mafiose nel tessuto economico. Esistono sicuramente dei segmenti maggiormente esposti all’attenzione degli interessi economici di organizzazioni criminali legate per esempio alla ‘ndrangheta, come l’edilizia e il porfido su cui si è concentrata in passato l’attenzione delle forze dell’ordine e della magistratura e che anche noi come sindacati teniamo monitorata”.
Cgil Cisl Uil si ritrovano nelle parole del questore Giuseppe Garramone quando afferma che è difficile pensare ad un territorio ricco come la nostra provincia, che resti lontano dagli appetiti della malavita organizzata. “Quanto afferma il questore è assolutamente condivisibile e ci mette di fronte alla necessità di tenere alta l’attenzione su queste questioni – dicono i tre segretari Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti -. Situazioni di complessità economica, ma anche di difficoltà di accesso al credito possono spingere anche alcune realtà del nostro territorio a cadere nella rete di organizzazioni mafiose, molto attente a cogliere spazi in cui inserirsi per realizzare i loro traffici. Una dinamica pericolosa che per la nostra economia e per il mondo del lavoro che da queste situazioni non ha alcun vantaggio da trarre, anzi”.
I sindacati ricordano che sono proprio i lavoratori i primi a pagare un costo elevato nel momento in cui la criminalità organizzata gestisce i propri affari infiltrandosi nel tessuto economico, non solo in termini di pagamenti irregolari, mancate contribuzioni e lavoro in nero, ma riguardo le condizioni di lavoro e ad un aspetto fondamentale come quello del rispetto della tutela della sicurezza.
Cgil Cisl Uil, dunque, rilanciano la necessità di rafforzare i controlli ispettivi per prevenire il radicamento di situazioni illecite. “Per quanto ci riguarda siamo pronti a collaborare con le istituzioni provinciali e con il nuovo questore per contrastare questi fenomeni e chiediamo fin da subito la convocazione di un tavolo di lavoro su questi temi”. Infine i tre sindacati ringraziano il questore Garramone per il lavoro svolto a Trento.
Trento, 19 febbraio 2020
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Imprese, serve coraggio per rafforzare le politiche industriali Cgil Cisl Uil: no a provvedimenti di corto respiro che accontentano solo i desiderata della aziende. Sulla riforma della legge 6 si avvii subito un percorso condiviso con il sindacato, fino a oggi escluso
“L’economia trentina non ha bisogno di riformette, ma di politiche industriali coraggiose con l’ambizione di sostenere l’innovazione e la rigenerazione del tessuto produttivo concentrando le risorse pubbliche dove è più produttivo. E’ in questo quadro che deve inserirsi qualsiasi modifica della legge 6 sugli incentivi alle imprese e degli sgravi fiscali. Per quanto apprendiamo dalla stampa anche in questa partita sembra che la Provincia si stia accontentando di qualche aggiustamento. Ma confidiamo di poter dare un giudizio di merito quanto la Giunta si deciderà a coinvolgere anche le organizzazioni sindacali”.
Cgil Cisl Uil ne fanno una questione di merito, ma anche di metodo. “Fino a questo momento non abbiamo avuto nessun confronto con la Giunta Fugatti su questo tema, al contrario delle associazioni delle imprese che hanno avuto un dialogo costante – incalzano Manuela Faggioni, Michele Bezzi e Walter Alotti -. La nostra richiesta di avviare un confronto è caduta nel vuoto e dopo una lettera del 27 dicembre scorso non abbiamo avuto alcuna risposta. Chiediamo all’assessore Spinelli e alle associazioni imprenditoriali di aprire subito un dialogo costruttivo e finalmente trasparente tra tutte le parti coinvolte, sindacati compresi”.
La posizione delle tre confederazioni è netta: riforma della legge 6 e revisione dei sussidi fiscali tramite Irap e Imis sono dei tasselli, anche importanti, della più ampia politica industriale provinciale. Ma non sono gli unici. “L’obiettivo della Provincia deve essere in primo luogo quello di qualificare l’occupazione e rendere più innovative e competitive le nostre imprese – insistono i segretari -. Al contrario i dati ci descrivono un tessuto imprenditoriale che investe ancora troppo poco in innovazione. Nella nostra provincia il 59% degli investimenti in ricerca e sviluppo è realizzato dal pubblico. A livello nazionale la percentuale è invertita. Bisogna che le imprese, che pure hanno recuperato terreno, facciano uno sforzo in più”.
Anche per questa ragione Piazza Dante deve smetterla di tergiversare e osi con una riforma di più ampio respiro che, partendo da quanto stabilito dalla Carta di Rovereto sull’innovazione, punti a spingere ampi settori dell’economia provinciale ad investire di più su processi e prodotti e renda sempre più attrattivo il territorio locale per nuove imprese ad alto valore aggiunto. “Il cambiamento tecnologico, la trasformazione digitale impongono a tutti sfide di fronte alle quali bisogna attrezzarsi sul piano del lavoro, della formazione, della ricerca, dell’innovazione. La riforma deve essere uno strumento per costruire risposte in questo senso. Tassi di crescita non soddisfacenti, instabilità internazionale e forte competitività in un quadro di riduzione delle risorse pubbliche provinciali impongono di agire con determinazione e condivisione. Chiediamo all’assessore di non prendere altro tempo e di costruire da subito un percorso allargato da qui all’autunno”, concludono Cgil Cisl e Uil.
Trento, 18 febbraio 2020
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