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06 Feb
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Finanza pubblica, serve un confronto con le parti sociali

Finanza pubblica, serve un confronto con le parti sociali

I sindacati stigmatizzano l’assenza di dialogo sulla manovra finanziaria e chiedono ancora che gli eventuali risparmi sull’assegno unico siano reinvestiti in welfare

Dichiarazione dei segretari generali di CGIL CISL UIL del Trentino, Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti

L’inserimento del vincolo dei dieci anni di residenza in Italia per l’accesso alla quota A dell’assegno unico ha sicuramente un impatto significativo sulla finanza pubblica locale, producendo risparmi di risorse che, ad oggi, non è ben chiaro dove verranno allocate all’interno del bilancio provinciale. Questa ed altre misure inserite nel disegno di legge che accompagna la variazione di bilancio, rendono il provvedimento in discussione in Consiglio una piccola manovra finanziaria. Spiace quindi dover prendere atto che la Giunta, sull’impianto di queste scelte di bilancio, non abbia voluto attivare alcuna forma di dialogo con le rappresentanze del mondo del lavoro e delle imprese.
Confidiamo che il governo provinciale apra al più presto un confronto almeno sulla predisposizione dell’assestamento di bilancio che dovrà disporre stanziamenti adeguati in primo luogo alle politiche del lavoro, risorse che ad oggi sono disponibili sono in minima parte e non coprono che i mesi più ravvicinati.
Ribadiamo inoltre che i risparmi che verranno a crearsi sul fronte dell’assegno unico in virtù dell’avvio del reddito di cittadinanza statale, debbono essere reinvestiti nel sistema di welfare provinciale, in particolare nel potenziamento dei servizi per l’impiego, per la conciliazione famiglia-lavoro e per l’assistenza a partire da quella per le persone anziane e non autosufficienti. Per noi i servizi di welfare sono infatti un investimento cruciale perché creano occupazioni qualificate e danno risposte concrete alle diverse esigenze delle famiglie liberando nuove energie per il lavoro.

 

Trento, 5 febbraio 2019

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06 Feb
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Cgil Cisl Uil condannano l’attentato di questa notte ai danni del Tribunale di Rovereto

Cgil Cisl Uil condannano l’attentato di questa notte ai danni del Tribunale di Rovereto

Cgil Cisl Uil del Trentino condannano con fermezza l’atto di vandalismo con cui questa notte è stato dato fuoco ad una delle porte d’ingresso del Tribunale di Rovereto. “Ancora una volta – dicono i tre segretari generali Franco Ianeselli, Lorenzo Pomini e Walter Alotti – è necessario ribadire con forza come la violenza non possa mai essere lo strumento per manifestare il proprio dissenso. Si tratta solo di azioni pericolose e codarde, lontane anni luce dall’esercizio della giustizia come è intesa in una comunità democratica. Per questo esprimiamo la nostra ferma condanna e siamo vicini a tutto il personale che opera all’interno del tribunale roveretano”.

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05 Feb
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«Il sovrintendente sia autonomo e autorevole»

05 febbraio 2019 – Trentino (altro…)

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05 Feb
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Assegno, almeno 22.000 esclusi

05 febbraio 2019 – Corriere del Trentino (altro…)

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04 Feb
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Dieci anni di residenza per l’assegno unico equivale a fare discriminazione

Dieci anni di residenza per l’assegno unico equivale a fare discriminazione

Sindacati contro la stretta sulle misure sociali annunciata dal presidente Fugatti. “Così fanno cassa sui più deboli”

Dichiarazioni dei segretari di Cgil Cisl Uil del Trentino 03022019

 

L’introduzione del vincolo di residenza di 10 anni per l’accesso all’assegno unico provinciale è un atto discriminatorio. Ascoltare il popolo non significa poter ignorare la Costituzione, le norme comunitarie e la Convenzione europea dei diritti dell’uomo sulla base delle quali più volte criteri di residenza superiori ai 5 anni per l’accesso ai benefici del sistema di welfare sono stati bocciati. Che lo faccia il Governo statale non dà alcuna giustificazione alla Giunta Fugatti: così l’esecutivo provinciale testimonia solo l’assenza di indipendenza da Roma, cosa ancor più grave visto che rappresenta la massima istituzione dell’Autonomia trentina.

Come sindacati abbiamo sempre sostenuto l’opportunità che i vincoli di residenza siano ispirati alla ragionevolezza ed evitino palesi discriminazioni. Ma l’emendamento sui 10 anni di residenza presentato dal governo provinciale al disegno di legge che accompagna la variazione di bilancio, non ci pare abbia queste caratteristiche, anche se dovesse salvaguardare le famiglie con maggiori difficoltà sociali. Se poi la Giunta, nella discussione in Consiglio provinciale di martedì e mercoledì prossimi, intendesse davvero estendere il vincolo dei 10 anni di residenza a tutto l’Assegno unico, allora otterrebbe come unico risultato quello di aumentare le discriminazioni a danno dei cittadini stranieri o dei trentini che hanno passato degli anni fuori provincia, facendo un po’ di cassa sulle spalle delle persone più deboli. Bisogna infatti ricordare che l’assegno unico include non solo il sostegno al reddito contro la povertà, ma anche gli assegni provinciali per i figli a carico e le provvidenze locali per i diversamente abili: è allora insostenibile fare differenza tra un bambino o un disabile di una famiglia che abita nella nostra provincia da meno di 10 anni ed un bambino o un disabile di un nucleo che risiede qui da sempre, a maggior ragione se poi i componenti allo stesso modo e senza differenze, rispettano le leggi, contribuiscono alla crescita del Trentino con il loro lavoro e pagano regolarmente le tasse.

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04 Feb
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Sciopero vigilanza, manca il contante

03 febbraio 2019 – Corriere del Trentino (altro…)

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04 Feb
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I sindacati: «Basta evocare la paura». Pomini: «Facciamo sentire la nostra voce». Alotti: «Non uccidiamo la speranza di tanti giovani»

03 febbraio 2019 – Trentino (altro…)

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04 Feb
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«Fugatti, che ne sarà del Mediocredito?»

03 febbraio 2019 – Trentino, Corriere del Trentino (altro…)

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04 Feb
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Bus gratis per gli over 70, plauso della Uil I pensionati: incentivo a uscire dalla solitudine

03 febbraio 2019 – Corriere del Trentino (altro…)

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mediocredito
04 Feb
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La Uil interroga Fugatti riguardo al destino di Mediocredito, l’ultima possibile banca trentina.

Comunicato stampa 02 febbraio 2019

La Uil interroga Fugatti riguardo al destino di Mediocredito, l’ultima possibile banca trentina.

 

Si sta avvicinando la scadenza (a fine 2019) per la cessione da parte delle Province Autonome di Trento e Bolzano e della Regione Trentino Alto Adige del pacchetto azionario di maggioranza dell’unico istituto bancario trentino: Mediocredito.
Il più probabile destino di Mediocredito sarà quello di essere acquisito da Cassa Centrale Banca, che già oggi con Centrale Raiffeisen la gestisce. Se non ci saranno altri pretendenti all’acquisizione avremo due risultati negativi. Il primo: sarà minimo il plusvalore che gli enti territoriali locali incasseranno, tanto più se all’asta non si presenteranno, come pare altri concorrenti. Secondo, dato il nuovo assetto finanziario geografico di CCB, meno legata nella nuova veste al territorio di origine (12% del patrimonio) e più vocata ad un bacino nazionale ed europeo, perderemo l’unico ipotetico operatore di credito più vicino alle imprese ed alle famiglie locali. A differenza dell’Alto Adige, che non ha mai fatto venire meno la presenza reale di operatori di credito locale come Sparkasse, Volksbank e la stessa Centrale Raffeisen, slegatasi anch’essa sia da Iccrea, che CCB.

Quindi ora si ripropone la questione di cosa fare di Mediocredito, una volta esperita la gara ed agli obblighi di dismissione delle quote da parte dei soci pubblici, come prescrive la Legge Madia. A nostro avviso la soluzione migliore, che garantirebbe di avere tra qualche anno almeno una banca con “testa” e “fiscalità” di sicuro a Trento, sarebbe quella di trasformarla in una banca ad azionariato popolare (sui c/c dei trentini giacciono poco meno di 10 miliardi di euro inutilizzati e remunerati al tasso dello 0,…%), con un nocciolo duro di azionisti “forti” trentini (ISA, Itas, Fondazione Caritro, La Finanziaria Trentina, ecc…) che ne esprimerebbero la guida manageriale garantendo la fiducia ai cittadini trentini.

Ci auguriamo poi che oltre ai suddetti soliti noti azionisti si facesse avanti, all’asta delle quote pubbliche che vanno a gara, anche qualche imprenditore “coraggioso” trentino, disposto ad investire e rischiare qualcosa, per esempio il nuovo presidente di Confindustria o i proprietari delle poche aziende multinazionali con base trentina, per assolvere ad un ruolo finanziario attivo, piuttosto che restare ad assistere alla sparizione dell’ultima banca del nostro territorio.

Il business del “nuovo” Mediocredito sarebbe infatti quello delle imprese, degli artigiani, delle grandi operazioni strutturali (a regia e/o supporto pubblico), magari anche in pool con le Casse Rurali Trentine (quelle superstiti) come già avviene da anni, in modo da essere complementare a quello cooperativo incentrato sulle famiglie e non lasciare l’attuale prateria creditizia alle banche altoatesine (vedi recenti operazioni tipo Sparkasse – Pastificio Felicetti, dove una azienda trentina tra le migliori ha trovato nelle banche extra trentine i finanziamenti necessari ai propri investimenti in Trentino).

La nuova compagine governativa non ha ancora proferito non diciamo impegni, ma nemmeno parola su questo importante nodo politico da cui potrebbe dipendere in parte anche la futura autonomia economica e finanziaria del Trentino. Sarebbe interessante capire quale sarà la direzione di strada che vorrà intraprendere.

 

 

Walter Alotti

Segretario Generale

Uil del Trentino

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