Corriere del Trentino, Il T – 27 settembre 2023

Caro affitti, tornano le tende universitarie. La rabbia degli studenti: «Solo promesse»

Trento. Rabbia e delusione, questi i sentimenti prevalenti tra i rappresentanti di Udu Trento che ieri sono tornati in strada per protestare contro il caro affitti e denunciare l’immobilismo della politica, sia nazionale sia provinciale, di fronte all’emergenza abitativa. «Siamo molto delusi — afferma Luca Pistore, coordinatore di Udu Trento — dalla mancanza di risposte concrete che ci erano state promesse, mentre vediamo il diritto allo studio sempre più minacciato da una giunta che non vuole fornire una regia politica a questa emergenza».
Le promesse erano state fatte a maggio in un tavolo di confronto con la partecipazione dei rappresentanti degli studenti, del Comune, della Provincia e dell’Opera Universitaria, ma in seguito al quale, denunciano i manifestanti, non c’è stato alcun progresso concreto. Tra gli esempi riportati ci sono l’assenza di notizie riguardo alle verifiche per la realizzazione dello studentato di Piedicastello e la sospensione del progetto di realizzazione di quello in programma per Rovereto. Ulteriore scontento viene dal fatto che gli unici progetti di studentati finanziati da soldi pubblici che procedono sono quelli gestiti da imprenditori privati. Claudia Sofia Scandola, vice-coordinatrice Udu Trento, afferma preoccupata come «la maggior parte dei fondi del Pnrr destinati agli studentati sono stati conferiti a enti privati, i quali però offrono stanze a prezzi altissimi, anche 600 euro al mese, gonfiando ulteriormente gli affitti della zona». Il risultato è «l’aumento della disparità di classe, mentre noi chiediamo la realizzazione di strutture pubbliche che garantiscano il diritto allo studio e alla casa». La necessità di strutture pubbliche è resa evidente dal numero di studenti, circa 350, che ogni anno restano senza alloggio pur rientrando nei parametri di idoneità. Il tema dell’emergenza abitativa è sentito anche da Cgil, Cisl e Uil, che hanno confermato il loro supporto alla battaglia portata avanti da Udu: «Servono soluzioni adatte, economiche e dignitose» afferma Manuela Faggioni di Sunia. Il loro sostegno è concretizzato da una proposta unitaria che prevede di «incentivare l’interesse dei privati a fornire immobili per gli studentati attraverso forme contrattuali come il contratto di disponibilità». «In questo modo — continua Walter Alotti, segretario generale Uil — Opera pagherebbe dei canoni concordati al privato rendendo disponibili degli alloggi studenteschi a canone calmierato e non più speculativo». Oltre a fornire alloggi negli studentati è necessario, infatti, anche contrastare la speculazione sugli affitti, scopo per cui già a maggio Udu richiedeva «l’eliminazione delle agevolazioni fiscali alla locazione libera, per rendere più appetibili le locazioni concordate».
Viene in fine ricordato da Andrea Grosselli, segretario generale Cgil Trento che «le mancate politiche a sostegno degli studenti non riguardano solo loro, ma si scaricano sulla cittadinanza intera», poiché «se gli studenti non trovano posto negli studentati si inseriscono sul mercato, andando a influire sui prezzi anche per i lavoratori». Sulla stessa linea anche Manuela Faggioni che ha insistito sulla «necessità di rivedere le politiche abitative investendo negli alloggi studenteschi, che significherebbe dare più spazio anche a lavoratori e famiglie».
Ieri è stata poi l’occasione per lanciare il sondaggio sul caro affitti, realizzato in collaborazione da Udu e Sunia, con lo scopo di raccogliere dati concreti da presentare alla nuova giunta provinciale nella speranza che la politica si mostri «interessata a considerare gli studenti come la risorsa che sono per la comunità e il territorio, e non come un peso o una fonte di guadagno su cui speculare».

 

 

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