Il T – 20 settembre 2023

Cartiere, si ferma anche l’Arconvert

Se gli stop continueranno di questo passo, con un ritmo di una settimana al mese di cassa integrazione, i lavoratori delle cartiere trentine faranno i conti di fine anno con quasi tre mesi di lavoro non retribuito a pieno. Le fermate che si sono susseguite a partire dalle ultime settimane di dicembre 2022 e a singhiozzo nel 2023, sono legate al calo degli ordinativi che porta a rimodulare l’output produttivo. L’ultimo fermo è stato annunciato ieri dal gruppo Fedrigoni, che ha convocato le Rsu per riferire l’apertura della cassa integrazione all’Arconvert, lo stabilimento di Arco dedicato alla produzione di etichette autoadesive, con 174 lavoratori. La richiesta di Cigo riguarda la settimana dal 25 al 30 settembre.
Proprio negli scorsi giorni, il gruppo veronese aveva annunciato i risultati del primo semestre 2023 mettendo l’accento sulla flessione dei risultati rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. Il primo semestre è terminato con 971 milioni di euro di ricavi, in calo del 9,9%, e 150,9 milioni di euro di Ebitda (-9,2% dal 2022). Ma già il 2022 si era chiuso, per il settore della carta e della cartotecnica, in cui opera anche la realtà specializzata nella produzione di carte speciali ad alto valore aggiunto per packaging, editoria e grafica, con una sensibile riduzione dei volumi (-9,1% rispetto al 2021). Gli ordini, dopo un primo periodo di scorte da parte dei committenti, sono calati. A questa situazione si è aggiunto il deterioramento della situazione nel primo semestre di quest’anno. Tra le difficoltà economiche, dopo il caro energia, sono arrivati l’inflazione alle stelle e i tassi d’interesse fortemente rialzati. Condizioni che hanno influito sul potere di acquisto dei clienti e in alcuni casi fatto soffrire il gruppo per la crescente concorrenza estera sia sul mercato interno che oltre confine. Da qui la decisione di rimodulare l’output produttivo dello stabilimento Arconvert. La sospensione tocca 174 lavoratori, di cui 12 impiegati, 160 operai e due apprendisti operai. Comporterà una riduzione fino al 100% dell’attività lavorativa per i dipendenti coinvolti. Ma di fatto, spiega Claudio Zucchellini, delegato di Uilcom, sarà uno stop parziale. «Ci è stata chiarita la situazione. Si tratta di uno stop in risposta a un rallentamento degli ordinativi», chiarisce il sindacalista. La richiesta di apertura della cassa integrazione va dal 25 al 30 settembre. «L’azienda conta utilizzare tre giorni effettivi – spiega Lorenzo Pomini, di Fistel Cisl – Ci è stato riferito che la produzione riprenderà con il primo di ottobre. L’annuncio di Fedrigoni si aggiunge a un’altra serie di stop già annunciati in questo mese di settembre, dalla Cartiera del Garda, che si ferma da domani (oggi, ndr) a domenica 24, alla Cartiera di Condino della Sappi».
Ad eccezione delle Cartiere Villa Lagarina, di Progest (che produce carta igienica, fazzoletti di carta, salviette per il bagno e carta da pizza, meno colpiti dal calo degli ordini) per il settore si sono resi necessari stop a più riprese nel 2023, con ricorso alla cassa integrazione che spesso ha toccato tutti i lavoratori. «Se l’ultima coda dell’anno proseguirà con il ritmo di una settimana al mese di cassa – aggiunge il sindacalista della Cisl – si rischia di avere quasi tre mesi di lavoro non retribuito a pieno, ma con la cassa integrazione, che per i turnisti a ciclo continuo significa perdere almeno la metà dello stipendio e vedersi quindi a fine anno un quarto delle entrate dimezzate». Questo a fronte di uno scenario economico che non va a vantaggio di chi ha un mutuo aperto, visti i tassi alle stelle, o di chi deve far quadrare un bilancio familiare tenendo conto della variabile inflazione. «Qualcosa è stato recuperato con gli straordinario, ma l’impatto sui redditi si è sentito e si sentirà in misura diversa sulle buste paga dei singoli lavoratori».
Nel primo semestre di quest’anno, le ore di cassa integrazione (Cigo e Cigs) autorizzate in Trentino a favore delle imprese industriali arrivano a 718.946, quasi tre volte più alte rispetto allo stesso periodo del 2022. Solo a giugno, sono state concesse 128.589 ore. Lo stop interessa molte cartiere, che hanno accumulato il numero maggiore di ore di cassa integrazione nel primo semestre del 2023. Solo a giugno sono state concesse oltre 20 mila ore di stop. E tra gennaio e giugno, si arriva a 457.241 ore (+1.635%).

 

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