Il T – 13 dicembre 2023

«Contratti pubblici: ora gli aumenti». Presidio di Cgil e Fenalt, mentre Cisl e Uil chiedono che i patti vengano onorati

Stanziare fondi – promessi, e già insufficienti al netto dell’inflazione – per il rinnovo dei contratti pubblici. E, più in generale, mettere in cima alle priorità della nuova giunta «la tenuta dei servizi pubblici essenziali, dalla sanità alle case di riposo, ai comuni, ai servizi provinciali, al terzo settore». È con queste richieste che, ieri mattina, lavoratori e delegati della Funzione Pubblica Cgil del Trentino e Fenalt hanno organizzato un presidio in Piazza Dante. Per i due sindacati la nuova giunta starebbe trascurando la questione, nonostante le promesse in campagna elettorale, perché «troppo presa da discussioni per la pura spartizione di potere». Numerosi i lavoratori e delegati delle due sigle, che tra le bandiere rosse di Fp Cgil e quelle azzurre di Fenalt, hanno provato a farsi sentire agli inquilini di Piazza Dante.
«Vogliamo dichiarare la nostra preoccupazione per modi e tempi di formazione di questa giunta. Sono dinamiche interne di spartizione di poltrone inaccettabili» ha esordito Luigi Diaspro, Segretario Generale della Funzione Pubblica della Cgil del Trentino, «che vanno ricondotte al più presto alla serietà e alla correttezza verso i cittadini».
Chi lavora per sanità, case di riposo, cooperative per i servizi domiciliari ed educativi, svolge funzioni «fondamentali per i diritti di tutti i cittadini. E per questo – ha proseguito – il settore deve essere messo in sicurezza con investimenti importanti, a partire dal rinnovo dei contratti». Cosa che, per Diaspro, non sta avvenendo: «Siamo al giro boa definitivo del triennio, e la giunta malgrado gli impegni presi non ha stanziato nulla oltre i 15 milioni dell’assestamento di bilancio. Chiediamo che stanziare i fondi promessi sia la prima operazione dal nuovo consiglio». Anche se in ogni caso, ha continuato, non sarebbero sufficienti. «Già quando fu proposto il protocollo d’intesa, prima delle elezioni, che come Fp non firmammo, dicemmo che quelle risorse erano da definire in maniera chiara quali anticipi». A rendere tutto più urgente il carovita: «quanto promesso vale comunque solo per il 6,3% dei rinnovi, mentre l’inflazione nel triennio viaggia al 16-18%». Una perdita del potere d’acquisto che si inquadra in un «gap salariale accumulato negli anni, che vede il Trentino figurare ben sotto la media del Nord Est. Serve inoltre un piano straordinario di assunzioni in sanità, nelle case di riposo, nei comuni, la riforma degli ordinamenti e del sistema delle indennità, e stanziamenti per il terzo settore».
«Noi e Fp Cgil siamo gli unici che possono scendere in piazza, perché gli altri sindacati hanno sottoscritto un accordo in cui si impegnano a non protestare», commenta tagliente Maurizio Valentinotti, segretario generale Fenalt. «Non possiamo accettare che il 2022 si sia chiuso con un aumento del 2,99 % di fronte a un’inflazione molto maggiore. Nel 2024 – ha continuato – i le buste paga sarano addirittura più basse rispetto all’anno precedente, dal momento che nel 2023 viene a mancare l’una tantum».
Cisl e Uil però tornano a chiedere, tramite i due segretari della Funzione pubblica Giuseppe Pallanch e Andrea Bassetti, il rispetto dei patti: «Siamo forti del protocollo del 18 luglio e delle intesa del 29 ottobre però ora è necessario velocizzare i tempi, rendere concreto l’aumento del valore del buono pasto dal 1 gennaio, liquidare le progressioni economiche e gli adeguamenti contrattuali». Queste alcune partite urgenti messe sul tavolo dalle Funzioni pubbliche di Cisl e Uil: «E’ il momento di fare la variazione di bilanci e completare le risorse e dare risposte alle lavoratrici e ai lavoratori del pubblico impiego. E’ necessario dare seguito alle intense raggiunte a luglio e confermate dalla Provincia nell’ottobre scorso».Forti del protocollo d’intesa i sindacati chiedono il rispetto degli accordi e sui tempi di erogazione delle somme nelle tasche dei lavoratori.«Un patto portato avanti con senso di responsabilità ma è ora che, passate le elezioni e dopo aver litigato per le poltrone, la Provincia agisca concretamente per non far pesare i ritardi sui dipendenti che sono ancora in attesa di essere valorizzati e ascoltati». Sistemare il pregresso dell’accordo 2019/2021 e avviare le trattative per il contratto 2022/2024.Tra le iniziative quella prioritaria di aumentare il buono pasto per innalzare la cifra a 7 euro.

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