Corriere del Trentino – 22 febbraio 2024

Le sigle replicano a Spinelli «Occupazione femminile, l’assegno unico sia esteso»

TRENTO «Le priorità della giunta sono occupazione femminile e denatalità? Bene. Ma la riforma dell’assegno unico non deve ridurre la platea dei beneficiari». Mentre Cgil, Cisl e Uil del Trentino si uniscono alle dichiarazioni dell’assessore provinciale allo Sviluppo economico Achille Spinelli, il Comune di Trento presenta il «bilancio di genere 2023» alle commissioni Bilancio e Politiche sociali.
Che il tema rappresentasse ormai una priorità lo aveva evidenziato nei giorni scorsi proprio Spinelli, annunciando la volontà di voler «rivedere il sistema dell’assegno unico aumentando l’occupazione femminile, per poter incidere anche sul tasso di natalità». Alla luce di questa misura, Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti, rispettivamente segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino hanno espresso il loro apprezzamento, evidenziando la «necessità di estendere la platea dei beneficiari di sostegni economici e favorire strumenti di conciliazione famiglia-lavoro». Inoltre le sigle, considerata la «persistente differenza salariare tra uomini e donne in Trentino», lanciano un appello alla giunta provinciale: «Chi è occupato in lavori poveri va sostenuto attraverso incentivi mirati. Molte lavoratrici sono occupate in mansioni di basso livello, con contratti precari». Ieri quest’ultimo tema è stato evidenziato durante l’assemblea comunale congiunta tra la commissione di Bilancio e quella delle Politiche Sociali, con la presentazione del «bilancio di genere per il 2023». Lo studio evidenzia la percentuale di uomini e donne in relazione al tipo di scuola o università. Le ragazze frequenterebbero maggiormente i licei: linguistico (85%), artistico (73,8%), classico (72,9%) e coreutico (72,2%). I ragazzi invece sarebbero indirizzati verso un percorso più tecnico, con un 85,7% solo per quanto riguarda l’istituto tecnologico. Dati che si rifletterebbero anche sulle scelte universitarie, dove le donne, stando ai dati del bilancio, preferirebbero facoltà come lettere, psicologia e giurisprudenza rispetto a ingegneria e scienze dell’informazione (14,5%), ingegneria industriale (16,5%) e fisica (32%). «Queste differenze non possono essere considerate naturali perché poi viene a crearsi un modello sbagliato basato su discriminazione e disparità — afferma Giulia Casonato, assessore comunale con delega alle Pari opportunità — il bilancio di genere serve per capire l’impatto delle scelte comunali sugli uomini e sulle donne».
La ricerca ha poi evidenziato anche la maggiore percentuale di uomini implicati in crimini, mostrando come «l’82,5% delle persone denunciate o fermate nel 2022 è maschio», mentre, tra gli studenti universitari, sono le ragazze a percepire un grado di insicurezza maggiore in orario serale e notturno «il 32,7% si sente poco sicura, il 15,5% per niente sicura, mentre le corrispondenti percentuali al maschile si fermano al 6% e l’1,8%».

 

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