l’Adige – 22 febbraio 2024

Retribuzioni. «Scelta inopportuna e incomprensibile». Stipendi a 240 mila euro. Cgil, Cisl e Uil dicono no

«Se venisse confermata la scelta di aumenti così significativi delle retribuzioni lorde dei dirigenti delle società di sistema controllate dalla Provincia, saremmo di fronte ad una scelta non solo inopportuna, ma anche incomprensibile». Agli occhi dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil del Trentino l’indiscrezione pubblicata ieri da l’Adige appare «priva di qualsiasi fondamento razionale».
In una riunione ristretta, il dirigente generale della Provincia, Raffaele De Col, ha prospettato l’adeguamento dei compensi dei manager alla guida delle società di sistema della Provincia (Itea, Patrimonio del Trentino, Cassa del Trentino, Trentino Trasporti, Trentino Digitale, Trentino school of management, Trentino Riscossioni e Trentino Sviluppo): via il limite dei 155 mila euro annui, fissato nel 2010 e confermato dalla giunta Rossi nel 2018, comprensivo di indennità e premio di risultato, per arrivare a 240 mila euro, tetto imposto dalla “Legge Madia” (Testo unico sulle società partecipate) nel 2016.
«Crediamo che all’interno del contratto della dirigenza pubblica della Provincia, ci siano già livelli retributivi adeguati e non si comprende qual è la ragione per cui il dirigente di una controllata, che è comunque una società pubblica, debba avere un così ampio gap con il dirigente delle strutture provinciali che magari ha diretto fino a poco tempo prima. Vanno semmai mantenute agganciate ai valori attuali delle retribuzioni dei dirigenti senza immaginare differenziali anche di 100 mila euro lordi in un anno toccando la cifra di 240 mila euro annui», dicono Andrea Grosselli, Michele Bezzi e Walter Alotti sottolineando nel contempo che la struttura provinciale ha una classe dirigente ampia e ben formata: «Certamente già all’interno di queste figure professionali ci sono dirigenti che possono guidare le controllate, con retribuzioni coerenti alle responsabilità e alle competenze». Per i tre segretari di Cgil, Cisl e Uil, in tempi in cui il Trentino deve affrontare un’emergenza salariale che colpisce sia i dipendenti del privato sia quelli del pubblico, il cui anticipo di rinnovo contrattuale è ancora lontano dal recupero del potere d’acquisto eroso dall’inflazione, scelte di questo tipo sarebbero inaccettabili.
«Si pensi piuttosto a rendere immediatamente esigibili gli accordi: mettere i soldi dell’anticipazione contrattuale nelle tasche dei lavoratori tempestivamente, trovare ulteriori risorse per il triennio migliorando attrattività, come scritto nero su bianco nel protocollo, e adeguare il valore del buono pasto, in questo senso ora che c’è il via libera della Corte dei conti» commenta Giuseppe Pallanch, segretario generale della Cisl Fp (funzione pubblica). «Sono solo alcune delle azioni che ci aspettiamo subito e che il presidente Fugatti ha sottoscritto con i sindacati firmatari e che possono rendere attrattivo il lavoro nel settore pubblico». Pallach esemplica: «Va reso attrattivo anche il lavoro di usciere, nel sistema pubblico, non solo quello di manager». E sull’alzare il tetto ai livelli della “Legge Madia”, il segretario della Cisl, osserva: «L’ipotesi appare decisamente perniciosa e in contrasto con le attuali normative nazionali. È tempo di valorizzare e riconoscere il lavoro quotidiano del personale in prima linea, invece di voler ritoccare i tetti massimi stipendiali di una piccola élite di manager ».
Cisl Fp ritorna a ribadire la necessità di proseguire sulla strada indicata nel protocollo d’intesa firmato e confermato l’anno scorso. «Le lavoratrici e i lavoratori aspettano ancora tante risposte. Deregolamentare gli stipendi dei manager delle collegate e delle aziende di sistema crea un’ulteriore disparità. Sono decisioni -dice Pallanch -che allontanano i cittadini dalla politica, che già ha trovato tempo e risorse per aumentarsi le indennità. Non si cada nell’ennesimo errore di accontentare una parte e dimenticarsi di chi lavora ogni giorno e che con le nuove norme pensionistiche non avrà garantito dopo una vita di lavoro una pensione dignitosa».

Scarica il pdf: ADIGE stipendi 220224