Trentino, Il T – 27 luglio 2023

Malori nella cucina dell’ospedale. I sindacati in protesta per le dure condizioni di lavoro e un ambiente non a norma

Condizioni di lavoro proibitive al limite del consentito, se non, almeno a detta dei sindacati, oltre ciò che sarebbe ammesso per legge. Le cucine dell’Ospedale di Rovereto Santa Maria del Carmine sono allo stremo e i lavoratori denunciano le difficoltà fisiche di vivere in un ambiente che non ha raffrescamento, una corretta areazione e nemmeno la possibilità di aprire le finestre. In poche parole, tra forni e fornelli, lavastoviglie e bolliture, l’intera area ha fatto registrare più volte temperature al di sopra dei 40 gradi. Non solo, negli ultimi due anni si sono registrati anche due malori e mancamenti del personale dovuti all’alta umidità connessa alle alte temperature. I disagi della mensa sono noti da tempo e da ben due anni i sindacati stanno cercando di avere un confronto con la parte dirigenziale dell’ospedale roveretano e dei vertici dell’Apss. Nessuno ha mai dato loro risposte in merito tanto che oggi le sigle riunite saranno in protesta davanti al nosocomio per denunciare pubblicamente quello che sta accadendo. «Le condizioni ambientali in cui da due estati consecutive sono costrette ad operare le addette alla cucina dell’ospedale Santa Maria del Carmine a Rovereto non sono più tollerabili – attaccano i sindacati -. Da un anno la cappa di aspirazione funziona male ed è impossibile aprire le finestre o perché non sono dotate di zanzariere o perché disposizioni superiori non lo permettono. Una situazione pesante – continuano – che si protrae da mesi, anche recentemente, è diventata insostenibile in queste ultime settimane estive, con le temperature esterne che si sono alzate di molto sopra la media stagionale. Nelle scorse settimane due operatrici sono state vittime di malori – ribadiscono i sindacati – eppure nonostante questi fatti e le ripetute denunce che abbiamo fatto sia all’Uopsal sia alla direzione sanitaria nulla è cambiato». Tutto questo non è più accettato e le lavoratrici hanno deciso di incrociare le braccia a partire dalle 10 di oggi al fianco delle sigle Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs. «Chiediamo un immediato intervento per mettere in sicurezza la salute delle lavoratrici – scrivono i sindacati -. Fino ad oggi abbiamo solo assistito ad una totale noncuranza». Per cercare di risolvere celermente le sigle hanno contattato anche la Dussman, la ditta che gestisce attualmente la cucina, oltre che, come detto, il direttore sanitario e la Uopsal. Rassicurazioni vanno però date a tutti i pazienti che non percepiranno disfunzioni e potranno ricevere da programma i pasti assegnati. «Non siamo irresponsabili – chiarisce Luigi Bozzato della Filcams Cgil – l’orario scelto non è quello di massimo lavoro per la cucina e soprattutto siamo consapevoli che questo è un servizio essenziale e che i pazienti non possono essere privati dei loro pasti. Ma saremo visibili e faremo sentire la nostra voce, così non si può più continuare».

 

Scarica il pdf: TRENTINO, IL T ospedale ART 270723