Trentino, Corriere del Trentino, Il T – 20 luglio 2023

Settore pubblico, aumenti da 138 euro

Trento «Siamo arrivati a una proposta complessiva che supera i 400 milioni di euro sul triennio — esordisce l’assessore al Lavoro, Achille Spinelli — Per farvi conoscere il reale impatto in busta paga: inizieremo con un importo medio di 67 euro lordi al mese per dipendente. A regime saranno circa 138 euro lordi mensili, per cui si parla di 110 euro netti in busta paga per il dipendente medio della Provincia». Il giorno dopo la sigla del protocollo per il rinnovo del contratto del pubblico impiego con Fp Cisl, Cisl Scuola, Uil Flp (Enti Locali), Uil Flp (Sanità), Uil Scuola Rua e Nursing Up, dalle parti di Piazza Dante si respira aria di soddisfazione. E, come rivela il dirigente generale del personale, Luca Comper, gli aumenti sono previsti già per questo settembre. Va detto che i 138 euro lordi sono calcolati tenendo conto, appunto, di un dipendente «medio», in una struttura che abbraccia dai dirigenti a chi occupa i gradi più bassi delle gerarchie. In ogni caso, il rinnovo dei contratti interessa 39 mila lavoratori, di cui 8 mila del comparto sanitario, 9 mila nella scuola, 2.200 Ata, 4 mila sono i lavoratori alle dipendenze dirette della Provincia, 5 mila nei Comuni e 4.500 nelle case di riposo. Per cui, quando nel 2024 la misura andrà a regime, gli addetti ai servizi ausiliari avranno all’incirca 120 euro lordi in più al mese, gli assistenti amministrativi 144 euro, i collaboratori scolastici 124 euro, gli assistenti scolastici 147 euro, i docenti della scuola a carattere statale 160 euro, così come gli infermieri. In generale, l’accordo prevede uno stanziamento di 115 milioni per il 2022 e il 2023 e 105 milioni per il 2024. Altri 15 saranno dedicati al nuovo ordinamento professionale a partire dal 2023.
«Un altro elemento su cui si è trovato l’accordo è la revisione del buono pasto da 6 a 7 euro — prosegue ancora Spinelli — Si va incontro da un lato ai lavoratori per via dell’aumento del costo dei pasti, dall’altro agli operatori della ristorazione, che potranno ricevere un buono più importante dai clienti». Sempre in quest’ottica, continua l’assessore, l’attesa è che l’adeguamento salariale previsto per i dipendenti pubblici possa avere un effetto positivo sulla crescita del Pil.
Tra le ipotesi al vaglio, che dovranno poi essere discusse con i sindacati, c’è quella della creazione di un nuovo fondo premiale. Si tratta dell’unificazione degli attuali fondi destinati agli incentivi per i dipendenti che si sono distinti nel raggiungimento degli obiettivi. Ancora non è stata fatta una stima delle cifre da assegnare allo scopo. «Il merito nella pubblica amministrazione è un tema dibattuto da tempo — sottolinea il dirigente Comper — Ma poi il datore pubblico ha poche leve premiali. È evidente che anche per questo fondo si previsto un passaggio contrattuale per stabilire i limiti per premiare i migliori e gli indicatori da applicare».
Scorrendo le sigle sindacali aderenti, qualcuna manca all’appello: Cgil e Fenalt. La prima parla di «occasione mancata» in termini del recupero del potere d’acquisto. «Se l’anno prossimo non ci fosse una riapertura del tavolo contrattuale, i dipendenti delle autonomie locali, della scuola e della sanità pubblica trentina rischiano di perdere tra il 7% e l’8% di potere d’acquisto in due anni», si legge in una nota. Da qui l’allarme lanciato da Cinzia Mazzacca della segreteria, Luigi Diaspro (Cgil Funzione pubblica) e Raffaele Meo (Flc). Il paradosso — sottolineano — è che con le misure disposte, l’aumento approvato dalla Provincia per il 2022 è inferiore a quello approvato dai datori di lavoro dei metalmeccanici. In termini percentuali, infatti, si tratta di un incremento del 2,99%, ben lontano dall’ 8,7% di inflazione dello scorso anno. I metalmeccanici invece hanno avuto un incremento pari all’inflazione depurata dai costi energetici. «Per queste ragioni — affermano i sindacalisti — fino alla fine abbiamo insistito per un’intesa che si configurasse realmente come anticipo sul rinnovo del contratto collettivo, perché la nostra volontà resta recuperare il potere d’acquisto perso. In questo modo, chi lavora nel pubblico rischia di perdere un’intera mensilità l’anno».
La stessa lettura sull’inflazione era stata data martedì sera a caldo dal segretario generale della Fenalt, Maurizio Valentinotti. Ieri ha rincarato la dose il responsabile del settore Rsa, Roberto Moser: «I problemi nelle residenze sono sotto gli occhi di tutti. Solo Fenalt ha chiesto che si individuassero spazi per uniformare il contratto Apsp con quello di Apss. Una richiesta caduta nel vuoto». E, sull’ordinamento professionale prosegue: «Alle Apsp vanno circa 1,3 milioni di euro. Se vogliamo dare ai colleghi delle Rsa l’indennità giornaliera di chi lavora in ospedale, servono 5 milioni». Oltre alle risorse, Fenalt si scaglia contro la clausola del protocollo che impone alle Ooss firmatarie di rinunciare alle attività di protesta. L’auspicio è che: «ogni tentativo di comprimere libertà sindacali sia messo al bando».
Sul tema delle Rsa, Comper ha ribadito: «La giunta ci ha dato mandato di revisionare la classificazione del personale. Una delle partite sul tavolo è quella del personale infermieristico delle Rsa. Agli infermieri è richiesta la laurea, ma li inquadriamo come diplomati: stiamo ragionando di omologare la categoria a quelle dei laureati». Di fianco a lui, l’assessora alla Sanità Stefania Segnana ha sottolineato: «A partire dal 2022 abbiamo alzato la retribuzione base dell’Apsp per diminuire il gap di stipendi con i dipendenti dell’Apss».
Venendo al privato, rimane il fatto che il 60% dei lavoratori trentini non ha accesso al rinnovo di contratto. Dal canto suo, Spinelli ha ribadito la disponibilità della Provincia a intercedere laddove ci siano le condizioni per andare in trattativa. Ha poi fatto una riflessione: «La piccola impresa ora soffre di una condizione di fragilità simile a quelle delle famiglie. Avendo tantissime piccole imprese dobbiamo considerare che è difficile per loro aderire a rinnovi importanti» .

Scarica il pdf: TRENTINO, CORRIERE, IL T protocollo ART 200723