07 febbraio 2019 – Trentino

La scuola trentina torna ad assumere

Presto i concorsi per più di 90 posti per il personale non docente. I sindacati chiedono anche più bidelli e coadiutori

La scuola trentina torna ad assumere. E non solo insegnanti. L’altro ieri i sindacati hanno incontrato i dirigenti del Dipartimento della Conoscenza della Provincia per parlare dei nuovi concorsi per il personale non docente. Dall’incontro è emersa la volontà di indire tre concorsi riservati per il personale non docente per un totale superiore ai 90 posti. Un modo per dare ossigeno a un settore che ormai da troppi anni languiva nel precariato. Nel primo incontro con Cgil, Cisl e Uil la Provincia si è detta disponibile a indire al più presto i concorsi per assistenti di laboratorio, assistenti amministrativi e assistenti educatori. Per la prima figura professionale la Provincia ha parlato di un bando per 44 posti di lavoro, ma i sindacati puntano ad ampliare questa platea almeno arrivando a 46 posti. Per quanto riguarda gli assistenti amministrativi il nuovo concorso dovrebbe prevedere 24 posti di lavoro e, infine, saranno 25 i posti per il concorso per assistenti educatori. In tutto, quindi, si tratta di almeno 93 nuovi posti di lavoro a tempo indeterminato. Come detto si tratta di concorsi riservati, ovvero destinati a chi ha già accumulato anni di precariato nel mondo della scuola. Si tratta, comunque, di una grossa mano per persone che da anni lavorano senza avere una prospettiva. Come spiega Pietro Difiore della Uilscuola, però, i sindacati chiedono anche di più: “Restano fuori da queste previsioni due categorie come i collaboraatori scolastici, i cosiddetti bidelli, e i coadiutori amministrativi, che sono il gradino più basso del personale amministrativo. Anche per queste categorie c’è bisogno di concorsi a breve. Infatti ci sono persone che lavorano in modo precario ormai da molti anni e c’è necessità di una loro stabilizzazione”. Nel recente incontro con i sindacati della Scuola, anche l’assessore provinciale Mirko Bisesti aveva parlato della volontà di indire nuovi concorsi per assumere insegnanti precari, ma aveva anche avvertito che non sarà possibile regolarizzare tutti a causa della denatalità. Il primo passo, comunque, è stato quello di allargare le maglie per permettere la partecipazione di un maggior numero di precari ai futuri concorsi per insegnanti della scuola dell’infanzia. Infatti la vecchia norma chiedeva tre anni di esperienza e, per come era scritta, questi tre anni dovevano essere stati maturati tutti nello stessa tipologia di scuola, quindi o scuola convenzionata o scuola pubblica. La giunta ha modificato la norma nel senso che i tre anni minimi di insegnamento possono essere conteggiati cumulando sia l’esperienza presso la scuola pubblica che presso la scuola privata. In questo modo, quindi, un maggio numero di insegnanti potrà partecipare al concorso.

Scarica il pdf: scuola ART 070219