l’Adige – 23 gennaio 2024

Il manifatturiero cresce poco

Visti i dati che evidenziano come sia il manifatturiero il comparto che garantisce retribuzioni più alte ieri i sindacati Cgil, Cisl e Uil si sono espressi a sostegno di un potenziamento del comparto osservando che: «Servono politiche industriali mirate, orientate a innovazione e alto valore aggiunto -sostengono i sindacalisti -e soprattutto le imprese devono aumentare i loro investimenti che per i sindacati sono ancora insufficienti. In questa logica il comparto manifatturiero ha un ruolo centrale per sostenere l’innovazione produttiva e quindi garantire redditi più alti ad operai ed impiegati, per attrarre competenze elevate e per rafforzare l’indotto e il sistema dei servizi evoluti alle imprese».
Sempre richiamando i dati -ieri i sindacati hanno presentato anche le loro elaborazioni -Cgil, Cisl e Uil hanno rilevato che in Trentino il peso dell’industria sul valore aggiunto prodotto dall’economia locale si contrae: «Era il 19,80% nel 1995, il 17,28% nel 2007 alla vigilia della Grande Recessione e nel 2022 si attesta al 16,85%. Inoltre nel periodo tra il 2007 e il 2022 il valore aggiunto del settore manifatturiero trentino è cresciuto meno del valore aggiunto complessivo di tutti i settori economici (+8,34% contro il +11,11%). Non è accaduto lo stesso nei territori vicini a noi. Nello stesso periodo infatti il settore industriale è cresciuto più del valore aggiunto complessivo in Veneto (+3,14% contro +2,68%) in Emilia -Romagna (+10,07% contro +5,31%) e anche in provincia di Bolzano (+23,79% contro +23,59%). Solo in Friuli-Venezia Giulia e Lombardia il valore aggiunto del manifatturiero è calato negli ultimi 15 anni. Ma va detto che ancora oggi il peso dell’industria sull’intero sistema economico in queste due regioni (23,59% in Friuli e 21,51%) è ben più alto di quello del manifatturiero trentino».

 

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