Corriere del Trentino – 17 giugno 2023

L’inflazione colpisce il Trentino. Bolzano sul podio per il carovita

Bolzano è sul podio, Trento sta più in basso: al 39esimo posto. Il riferimento è ai rincari che, dati Istat alla mano, hanno colpito le famiglie che vivono nelle città più care d’Italia. È stato infatti pubblicato ieri il bollettino di maggio sull’inflazione nei vari territori della Penisola. E il risultato è che, se si confronta la spesa per i bolzanini questo mese rispetto a maggio 2022, l’aumento è pari a 2.046 euro in più annui. Tanto per dare un riferimento: la media italiana è di un rincaro di 1.819 euro anno su anno.
Con questo dato il capoluogo altoatesino è la terza città italiana per rincari in termini assoluti. Al primo posto di questa classifica troviamo Milano (con una spesa per le famiglie che è aumentata di 2.145 euro rispetto allo stesso periodo del 2022) e Genova, dove la differenza tra quanto spendevano i nuclei familiari del capoluogo ligure a maggio scorso, rispetto a quest’anno, è pari a 2.071 euro.
In termini percentuali l’inflazione anno su anno a Bolzano è cresciuta del 7,7%. Secondo questo parametro si trova al dodicesimo posto tra tutte le città di Italia. In questo caso, la città che ha avuto l’incremento dell’inflazione annuo più decisivo è Genova (+9.5%), seguita da Messina (+8,4%). Con questa variazione, Bolzano si trova leggermente sopra la media nazionale, che vede un aumento dell’inflazione pari al 7,6%.
Per quanto riguarda Trento, in termini assoluti, le famiglie spendono 1.701 euro in più rispetto all’anno scorso. Come si è detto, si tratta della 39esima città d’italia per quanto riguarda l’aumento dei prezzi in termini assoluti. Per inciso, in termini percentuali, Trento conosce un aumento dei prezzi pari al 6,5% anno su anno. In questo caso, Trento è al 27esimo posto della classifica delle città. C’è comunque un rallentamento rispetto ad aprile, quando era al 8,1% «È’ ancora troppo presto però per essere ottimisti — avvertono i segretari dei maggiori sindacati, Andrea Grosselli (Cgil), Michele Bezzi (Cisl) e Walter Alotti (Uil) — Di fatto i prezzi stanno continuando a salire, lo fanno solo più lentamente e questo anche per la politica restrittiva imposta dalla Bce sui tassi d’interesse che si scarica comunque sulle famiglie con mutui variabili, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto»
Andando a vedere le singole voci del paniere. Si nota che nel capoluogo trentino le variazioni annue più consistenti sono state quelle relative ai prodotti alimentari e alle bevande analcoliche. Per questo tipo di prodotti si è registrata una crescita del 10,9 % rispetto a maggio dello scorso anno (e un aumento dello 0,9% rispetto ad aprile 2023). Seguono poi le spese per le utenze: i costi relativi all’abitazione, all’acqua, elettricità e combustibile salgono del 9,6% anno su anno. Tuttavia, rispetto ad aprile, le bollette sono scese dello 0,6%.I settori in cui la variazione è stata minore sono quelli della comunicazione (0% anno su anno e -1,2% mese su mese) e dell’istruzione (l’aumento annuo è stato dello 0,5% e quello mensile nullo). Infine se si guarda cosa succede a livello regionale, la media dei rincari annui, pari a 1.819 euro l’anno mette il Trentino-Alto Adige al quarto posto per aumenti tra le regioni italiane. Lo precedono la Liguria (1.919 euro l’anno), la Lombardia (1.871 euro l’anno) e l’Umbria (1.852 euro l’anno). L’incremento, in termini percentuali è del 7%, dato inferiore alla media nazionale.

 

Scarica il pdf: CORRIERE inflazione ART 170623