Corriere del Trentino, Il T – 25 febbraio 2024

Sanità. Uil: «Liste d’attesa, Tonina scarica le colpe sui cittadini»

Sul tema delle liste d’attesa e del finanziamento alla sanità privata, il segretario generale della Uil del Trentino Walter Alotti assieme al segretario generale della Uil-Flp Sanità Giuseppe Varagone vanno all’attacco dell’assessore Mario Tonina e del direttore dell’Azienda sanitaria Antonio Ferro: «Non colpevolizzino i cittadini per la richiesta di prestazioni e facciano rispettare i tempi dei Rao, visto il fiume di risorse (29 milioni) che affluisce al sistema sanitario privato trentino, anche per recuperare visite specialistiche e tempi d’attesa».
Per i due sindacalisti «la situazione delle liste d’attesa della Sanità pubblica trentina sarà anche in parte migliorata a dire loro, ma per esperienza di tanti cittadini e cittadine trentine queste affermazioni di ritorno progressivo alla normalità non corrispondono alla realtà di tutti i giorni». E spiegano: «Queste affermazioni stridono con i dati che arrivano direttamente dall’Apss relativi al finanziamento privato aggiuntivo alla Sanità privata trentina accreditata, chiamata a supplire all’aumento della domanda di prestazioni specialistiche e diagnostiche della cittadinanza. È vero che c’è un problema di carenza di organici e poco incentivati a differenza della nostra vicina Provincia Autonoma di Bolzano, ma rimane fortemente penalizzante la differenza di tempi di attesa per le prestazioni del servizio pubblico, priorità Rao comprese, con quelle private».
Gli esponenti Uil portano anche un esempio concreto, una segnalazione: «Viene richiesto un appuntamento per una visita urologica con Rao C. Il Cup non ha disponibilità immediata nel tempo previsto (30 giorni) e l’utente viene informato che verrà richiamato successivamente trovare soluzione. Dopo qualche giorno viene ricontattato dall’Unità Operativa specifica che dà disponibilità per la visita ben 75 giorni dopo la richiesta». Risultato? «L’interessato si rivolge a struttura privata accreditata trentina ed ottiene a pieno pagamento privato appuntamento, da lì a una settimana». Questa dunque la morale: «Il cittadino benestante può permettersi di rivolgersi alle strutture private anche se anch’egli contribuisce con le proprie imposte al Servizio Sanitario pubblico. Mentre la persona debole economicamente e socialmente aspetta ansiosamente l’appuntamento fuori tempo, rinuncia alla visita o si reca al Pronto Soccorso, ingolfando così il servizio d’emergenza».

 

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