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Nota unitaria sui consultori familiari
Dott. Maurizio Fugatti
Presidente della Provincia autonoma di Trento
Email | PEC
Dott. Claudio Soini
Presidente del Consiglio provinciale PAT
PEC
Trento, 31 luglio 2024
Egregi Presidenti,
Con la presente siamo a sottoporVi una nostra forte preoccupazione: come è noto, in data 23 aprile u.s. è stato approvato dal Senato, nel contesto del decreto PNRR, un emendamento all’articolo 44, col quale il Governo ha stabilito che le Regioni e le Province autonome possano fare uso dei fondi destinati alla sanità per organizzare i servizi dei consultori potendo “avvalersi, senza nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica, anche del coinvolgimento di soggetti del Terzo Settore che abbiano una qualificata esperienza nel sostegno alla maternità”.
Il suddetto emendamento, che nulla ha a che fare con l’originaria destinazione dei fondi del PNRR, è anche in evidente contraddizione con l’orientamento delle risoluzioni adottate recentemente dal Parlamento Europeo, che inseriscono l’IVG tra i diritti fondamentali dell’UE; il documento indica chiaramente agli Stati membri di vietare i finanziamenti ai “gruppi anti-genere e anti-scelta”, nonché l’impiego nei consultori delle risorse del PNRR a favore dei movimenti cosiddetti “pro-vita”, la cui azione mira a contrastare, di fatto, la libertà e la salute psico-fisica delle donne.
Le associazioni antiabortiste, come ben noto, esercitano infatti notevoli pressioni psicologiche sulle donne che scelgono di abortire e promuovono pratiche controverse, come l’obbligo di ascoltare il battito cardiaco fetale.
Ci preme ribadire con forza che i Consultori Familiari nascono per essere presidi di assistenza connotati da un approccio laico, multidisciplinare e dotati di personale specializzato in ginecologia, ostetricia e psicologia. Noi crediamo, a tutela della libertà di scelta delle donne, che la legge 194, fortemente voluta dal popolo italiano, debba essere attuata così come è scritta, attraverso i servizi dei CF, per il tramite delle molte professionalità già previste al loro interno, che sono in grado di fornire alle donne (e non solo) tutte le necessarie informazioni senza alcuna ingerenza in uno dei momenti più critici e delicati della loro vita.
I CF sono e devono rimanere importanti e fondamentali presidi territoriali, che quindi non possono perdere la loro universalità e accessibilità. Ribadiamo, anzi, che, nonostante la nostra Provincia possa essere considerata un esempio virtuoso rispetto al panorama nazionale, molto può essere ancora fatto per garantire un migliore servizio alla cittadinanza trentina, utilizzando le risorse del PNRR secondo l’originario obiettivo: segnaliamo infatti in particolare che, in Trentino è presente una sede ogni 53.990 abitanti, contro la media italiana di una sede ogni 32.325 residenti, nonostante la Legge 34/1996 ne preveda almeno una ogni 20.000.
Nell’invitare dunque la Provincia autonoma di Trento a non dar seguito a questo provvedimento, le scriventi si rendono disponibili ad un incontro sul tema.
Dati ricavati da un’indagine nazionale sui Consultori familiari promossa dall’Istituto Superiore di Sanità, nell’ambito del progetto CCM “Analisi delle attività della rete dei consultori familiari per una rivalutazione del loro ruolo con riferimento anche alle problematiche relative all’endometriosi”
p.la CGIL del Trentino
Andrea Grosselli
p.la CISL del Trentino
Michele Bezzi
p.la UIL del Trentino
Walter Alotti
Per il Coordinamento Donne CGIL del Trentino
Manuela Faggioni Sella
Per il Coordinamento Donne SPI-CGIL
Claudia Loro
Per il Coordinamento Donne UIL del Trentino
Annalisa Santin
Hanno aderito formalmente al presente documento:
- ATAS ONLUS (Associazione Trentina Accoglienza Stranieri)
- CAV TRENTO E ROVERETO (Centri Anti Violenza) Paola Paolazzi
- PRESIDENZA ACLI Luca Oliver
- COORDINAMENTO DONNE ACLI Donatella Lucian
- CARA CITTA’/CASA DELLE DONNE DI ROVERETO/ SNOQ (Se Non Ora Quando) Chiara Sighele
- ANPI (Associazione Nazionale Partigiani Italiani) Mario Cossali
- COORDINAMENTO DONNE ANPI Marta Anderle
- CSIG (Centro Studi Interdisciplinari di Genere dell’Università di Trento) Alessia Donà – Maria Micaela Coppola
- UOMINI CONTRO LA VIOLENZA DI GENERE Marco Buiatti
- CPO TRENTO (Commissione Pari Opportunità tra donna e uomo) Marilena Guerra
- CPO (Comitato Pari Opportunità) ORDINE AVVOCATI TRENTO Valeria Parolari
- CPO (Comitato Pari Opportunità) ORDINE AVVOCATI ROVERETO Alberto Scerbo
- ARCI Andrea Lamalfa
- OIVD (Osservatorio Interreligioso sulle Violenze contro le Donne) Paola Morini

Morti sul lavoro – Continua la scia di sangue dei morti sul lavoro
E’ necessaria la prevenzione, la formazione, l’informazione, ma restano assolutamente inderogabili per la UIL la vigilanza e la repressione!
E’ di queste ultime ore l’ennesimo tragico dramma di un lavoratore residente in Trentino morto sul lavoro a Pochi di Salorno, in Alto Adige, oltre a quello dei due gravi infortuni in ambito boschivo a Malga Cioca a Pinzolo.
La Uil chiede da tempo una svolta nelle modalità di prevenzione sul territorio degli infortuni sul lavoro, ma spesso cozziamo contro un “muro di chiacchere”, o ci troviamo a dibattere il problema con chi riconduce il tragico fenomeno (12 morti sul lavoro nel 2024, quasi il doppio del 2023 e più dell’12% di infortuni denunciati in Trentino fino a maggio) solo alla superficialità dei lavoratori nell’espletamento del proprio lavoro o nei variati “stili di vita” delle nuove generazioni di lavoratori o, ancora, nella distrazione ormai generale dal lavoro data dai cellulari o nuovi apparati digitali che ormai ci accompagnano sempre, sul e fuori dal lavoro.
Certo siamo convinti che la diffusione, fin dall’età scolare, di una cultura della sicurezza resta una stella polare per la soluzione del problema nel lungo periodo, e anche la Provincia di Trento comincia a coinvolgere Istituti scolastici e studenti in programmi di sensibilizzazione con al centro il lavoro e la sicurezza sul lavoro.
Siamo fermamente convinti però che ad esempio la proposta concreta e specifica lanciata ormai due anni fa dalla UIL del Trentino riguardo alla sicurezza del lavoro forestale, con un più forte coinvolgimento del Corpo Forestale provinciale e dei Corpi di Polizia Municipali nel controllo del territorio boschivo gli uni e di quello agricolo trentino con gli altri, anche per l’aspetto della sicurezza e prevenzione degli infortuni sul lavoro, vada rivalutata e riesaminata dalla Giunta Fugatti.
L’Assessore Spinelli a suo tempo ne aveva colto l’originalità, si era impegnato a verificarne la fattibilità, ma non abbiamo più avuto un concreto riscontro, né da lui, nè dal Presidente Fugatti, che guida e dispone del Corpo forestale provinciale, in questo frangente certamente occupato dalla vicenda “Life Ursus”.
Si è puntato piuttosto sul rafforzamento del collegamento degli uffici di prevenzione provinciali con l’Arma dei Carabinieri, essendo assai limitata l’azione di intervento sul territorio degli ispettori e tecnici provinciali per l’esiguità degli organici di quegli uffici, e per contro nota appunto la diffusione, la presenza invece più capillare dei Carabinieri sul territorio, e quindi della possibilità di coordinamento dei tecnici ed ispettori provinciali coi comandi periferici, date le loro competenze, stabilite dalla legge statale, anche in questa materia. E si continua a sottovalutare l’adeguamento e allargamento dell’organico dei tecnici Uopsal, anche per un’eccessivo ascolto ed attenzione della politica rispetto ai paventati timori datoriali di un aumento della macchina burocratica e degli adempimenti amministrativi delle imprese.
Noi della UIL rimaniamo convinti che nessuno può esimersi dal lavorare per la vita e per evitare che qualcuno quella vita, la perda sul lavoro.
Trento, 1 agosto 2024
Walter Alotti
Segretario Generale UIL del Trentino
Scarica il pdf: due infortuni e un morto in luglio